Con La Maremma delle Idee, Richard Harris organizza incontri pubblici per lo scambio di idee e conoscenze, spesso fra persone che non si incontrerebbero altrimenti. I più recenti facevano parte di una serie intitolata, Scuola di Politica, che trattava principalmente la pratica del governo locale, con la partecipazione di onorevoli, sindaci e consiglieri comunali.
I prossimi eventi, intitolati Scuola di Governanza, parleranno di cultura politica e di teoria del governo del territorio, cioè la governance al livello locale e no, dove governanza è un neologismo per dare un nome a qualcosa che è poco riconosciuto. Le conversazioni saranno registrate e rimontate come podcast.
Gli scambi di idee pubblici e trasversali sono merci rare. La società italiana sembra un iceberg balcanizzato, con un’affabilità superficiale e un groviglio sommerso di rapporti di interessi e diffidenze. Si spiega che questo è per l’egoismo spiccato degli italiani. Ma senza occuparsi della psiche italiana, come possono essere sviluppati e facilitati i contatti e rapporti fra persone eterogenee? Una questione più sociologica che psicologica, come scrive Noreena Hertz: Non possiamo trovare un terreno comune se non c’è un terreno da condividere. L’obiettivo di La Maremma delle Idee è di esplorare e sviluppare strumenti per preparare e coltivare il terreno. Poi, i semi si possono mettere tutti. PIAZZER.com è un’iniziativa in tal senso.


lunedì 27 ottobre – La Chelliana, Grosseto
Governo o Governance?
Marco Almagisti, Università di Padova

Una prospettiva non troppo praticata dalla Scienza Politica: il sistema politico italiano è riuscito a contenere la polarizzazione, attraverso alcune caratteristiche specifiche (partiti di massa “ancoranti, democrazia consensuale, legge elettorale proporzionale). Sistemi individuati quali modelli migliori, con caratteristiche molto diverse (partiti meno organizzati, democrazia maggioritaria, presidenzialismo) oggi sembrano esperire il massimo di polarizzazione. Forse il vecchio assetto italiano ha qualcosa da rivalutare? Se sì, come? Come riavvicinare istituzioni, leader, partiti e cittadini? E’ possibile una Scienza per la democrazia? (Verzichelli).
Marco Almagisti è Professore associato all’Università di Padova dove insegna Scienza Politica e Sociologia della Politica. E’ direttore del Centro interdipartimentale di Studi regionali “Giorgio Lago” dell’Ateneo padovano e di “Altopiano. Rivista di analisi politica”. Le sue pubblicazioni più recenti sono “La democrazia in Italia. Storia e geografia di un sistema politico (Carocci, 2025) e “Territory and Politics in Contemporary Italy” (Palgrave McMillan / Springer Nature 2025).
Luca Verzichelli, Università di Siena

Come possono convivere le forme di governo che abbiamo conosciuto in Italia e in Europa nel secondo ventesimo secolo, con un’idea di governance globale, avanzatasi con l’erosione dei poteri istituzionali e stato-nazionali, che tuttavia appare particolarmente instabile? Questo intervento si pone tale interrogativo, ragionando sulle recenti crisi della governance multilivello, ma anche sulla drammatica necessità di una riconnessione delle istituzioni di un’ecologia rappresentativa che non può tornare ad essere quella delle democrazie “avanzate” (evidentemente non abbastanza) che sembravano aver decretato la fine della storia, solo pochi anni fa.
Negli ultimi decenni si è parlato molto di governance. Per tante ragioni. In primis, a causa del sempre maggiore impatto di quei fattori che hanno spostato il flusso dei processi politici e decisionali lungo un’asse orizzontale. Rientrano in questa configurazione l’emergere di circuiti informali di rappresentanza e articolazione degli interessi, per esempio, il neocorporativismo o varie dinamiche innovative di mobilitazione politica. Ma anche il ricorso frequente a strumenti decisionali “misti” che mescolano i ruoli istituzionali e pubblici con figure provenienti dalla società e dal mercato. Anche il frequente “prestito” di competenze tecnocratiche per ovviare ai limiti, veri o presunti, della politica professionale e partitica va inquadrato nella dinamica di scivolamento orizzontale dell’idea di politica.
In secondo luogo, la devoluzione territoriale e la globalizzazione hanno sospinto verticalmente la politica, verso quella che è stata definita una governance multilivello. Questo concetto ha riscosso un particolare successo nello studio del processo di integrazione europea, avanzando tuttavia anche nel ripensamento dell’ordine politico internazionale successivo alla fine della guerra fredda, quando si è parlato di governance globale facendo affidamento sul potenziamento delle organizzazioni (intergovernative e non governative), sul diritto internazionale e sulla cooperazione.
Si è parlato a lungo di tutto ciò e continuiamo a farlo. Ma con toni rinnovati e talvolta preoccupati. Dopo le reiterate crisi del primo quarto del XXI secolo, infatti possiamo dire che sia gli shifts orizzontali che quelli verticali della governance hanno mostrato i loro limiti. La narrativa populista ha messo il dito sulla piaga della “mancata legittimazione” di molti attori della governance, mentre sul fronte internazionale è evidente la tensione tra la necessaria sopravvivenza di una prospettiva multilaterale e le varie spinte neo-egemoniche di alcuni sistemi.
Un modo per affrontare il problema, con l’obbligo dell’ottimismo, è chiedersi quale futuro possa avere la forma del governo parlamentare di democrazia rappresentativa. È la vittima designata dei processi di trasformazione in corso. Ma è ancora il modello democratico di riferimento per la totalità dei teorici e, almeno apparentemente, il modello che tutti i leader, mainstream o challenger che siano, dicono di voler salvare.
Per fare breve questa lunga storia, ci dobbiamo porre la seguente domanda: può il governo salvare la governance?
BIO
Luca Verzichelli insegna Scienza Politica e Comparative Global Politics all’Università di Siena. Ha scritto o curato oltre venti volumi e circa ottanta saggi su riviste scientifiche internazionali in materia di istituzioni politiche comparate, élites politiche e processi decisionali. Si occupa anche di mobilità internazionale e cooperazione accademica. È stato Presidente della Società Italiana di Scienza Politica e membro dell’esecutivo dell’European Consortium for Political Research e del Coimbra Group of European Universities.
È attualmente coordinatore del progetto REDIRECT, finanziato dalla Commissione Europea. https://redirect.unisi.it
giovedì 13 novembre – La Chelliana, Grosseto
Governance verticale e orizzontale
- Michele Sorice, La Sapienza
- Paola Caporossi, Fondazione Etica
- Silvia Viviani, Comune di Livorno, IN/Arch Toscana
mercoledì 10 dicembre – La Chelliana, Grosseto
Governance, media e corpi intermedi
- Gianluca Sgueo, Sciences Po
- Michele Vannucchi, Openpolis
- Marco Valbruzzi, Università di Napoli
- Fabrizio Boldrini, Università di Siena
Eventi recenti:
Scuola di Politica 5, consiglio di fine anno scolastico Grosseto, 30 giugno
con 8 Capigruppo e Consiglieri del Comune di Grosseto
Giornalismo: onestà intellettuale e intelligenza artificiale Firenze, 6 giugno
con Elda Brogi (Istituto Universitario Europeo), Daniele Magrini (giornalista), Nicola Novelli (ODG), Luca Tozzi (L’invenzione di Milano), Philip Whelan (The Times)
Scuola di Politica 4: Ambasciatori della Maremma Grosseto, 19 giugno
con 1 Senatrice e 2 Deputati della Maremma (Petrucci, Rossi, Simiani)
Scuola di Politica 3: Una quaterna di sindaci Grosseto, 14 maggio
con 4 ex sindaci di Grosseto (Tattarini, Valentini, Antichi, Bonifazi)
Scuola di Politica 2: Come perdere un’elezione Grosseto, 16 aprile
con 5 candidati consiglieri in diversi comuni della Maremma
Scuola di Politica 1: L’apparente riluttanza dei Grossetani di partecipare nella vita politica
Grosseto, 12 marzo con 5 “comunicatori” della Maremma
Politiche missione-orientate – globali e grossetane Grosseto, 5 febbraio