La Sanità dell’Ecosistema Maremmano


Gli scienziati definiscono l’ecosistema come l’insieme degli organismi viventi (fattori biotici) e della materia non vivente (fattori abiotici) che interagiscono in un determinato ambiente costituendo un sistema autosufficiente e in equilibrio dinamico.

Questa definizione può indurre a pensare che nell’ecosistema sia ricompreso solo quello che non è opera dell’uomo. Non è così, siamo tutti parte integrante dell’ecosistema. Forse chi abita in città tende a non accorgersi di essere natura quanto un animale selvatico o una pecora al pascolo. Chi vive in campagna invece sa benissimo che non c’è separazione fra quello che è naturale e quello che è opera dell’uomo. Per rendersene conto basta vivere in Maremma, una terra in cui mondo rurale e modo selvatico convivono da secoli.

Le aziende zootecniche non sono altro che una parte di territorio che è stato modificato per assumere determinate caratteristiche socioeconomiche, ma continuano a essere fondamentali unità chiave nella gestione dell’ecosistema. Per questo è importante che l’allevamento di bestiame venga svolto secondo criteri di compatibilità ambientale, di igiene e qualità perché in questo modo avrà ricadute positive “a ombrello” su tutte le attività agro-silvo-pastorali e in generale sui servizi ecosistemici di cui tutti noi usufruiamo perché si tratta dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo, del cibo che mangiamo.

Il patrimonio zootecnico va tutelato come se fosse un monumento storico e questo lo si può fare solo attraverso la corretta gestione sanitaria degli ecosistemi. Avere cura del territorio significa avere a cuore sia la salute degli animali domestici che di quelli selvatici. Gli animali domestici e quelli selvatici condividono gli stessi ambienti e costituiscono un continuum epidemiologico. Spesso si sente parlare degli animali selvatici come untori, come portatori di malattie, ma in realtà queste specie sono semplicemente sentinelle sanitarie ambientali, cioè ci dicono cosa avviene nell’ambiente e per questo sono dei fondamentali indicatori della sanità dell’ecosistema.

La presenza di numerose specie di fauna selvatica è un indicatore di una ricchezza ambientale che si ripercuote su ogni aspetto della nostra vita, anche su quegli aspetti che ci sembrano più lontani dalla natura. Questo non vuol dire sottovalutare i problemi che la fauna selvatica arreca a colture e allevamenti, ma solo che queste criticità vanno affrontate senza pensare che la soluzione sia quella di ridurre drasticamente i selvatici lasciando solo gli animali domestici. La storia dell’uomo è piena di esempi di come questa mentalità abbia portato a situazioni catastrofiche. Un ambiente senza animali selvatici è destinato presto a deteriorarsi. Come tutte le convivenze, anche quella con la fauna selvatica non è facile, ma l’alternativa è il modello intensivo di agricoltura e zootecnia che porta forse ricchezza, ma un benessere solo apparente.

Un ecosistema è capace di mantenere o di rinnovare la propria organizzazione o struttura, di essere produttivo e di avere la capacità di recupero in caso di stress naturali e antropogenici, ma per far questo non deve essere un sistema semplice, ridotto a poche specie animali e vegetali. Un ecosistema in cui c’è poca variabilità genetica, ha una scarsa capacità di adattamento a variazioni ambientali improvvise. I sistemi produttivi in cui la terra è sfruttata intensivamente solo per ospitare animali e vegetali utili all’uomo, sono destinati a essere spazzati via da un nuovo agente patogeno o da una variazione improvvisa dei parametri ambientali perché sono formati da esemplari che si difendono tutti allo stesso modo. Per questo è importante che la Maremma non perda la sua caratteristica di baluardo di biodiversità, non insegua illusioni di maggior produttività a scapito del pascolo, del bosco, della siepe, dei grandi alberi, perché questo presto si ripercuoterà prima sugli animali selvatici poi su quelli domestici e infine sugli uomini. In natura tutto è collegato.

Adriano Argenio Medico veterinario faunista