Il registro degli eventi predatori a danno del bestiame
Il Registro è stato istituito dal Dipartimento della Prevenzione dell’Azienda USL Toscana Sud Est, dando seguito a quanto stabilito dalla Delibera di Giunta della Regione Toscana n. 354 del 28 aprile 2014, “Attuazione di interventi in materia di conservazione del lupo e prevenzione del randagismo e delle predazioni”. In seguito alla richiesta di Richard Harris, i dati del registro aggiornato al 30/09/2016 sono stati forniti a La Spia della Maremma.
Il Registro è in formato elettronico e viene quotidianamente aggiornato con le comunicazioni dei veterinari ASL che intervengono in seguito alle denunce di predazione che gli allevatori devono obbligatoriamente notificare entro le 24 ore dall’evento.
Nel Registro vengono annotati i seguenti dati:
- data del sopralluogo
- codice e denominazione dell’azienda che ha subito la predazione
- località e comune in cui è avvenuta la predazione
- ovicaprini morti
- numero agnelli morti
- numero bovini morti
- numero capi feriti
- numero capi dispersi
- nome del veterinario che ha effettuato il sopralluogo
Nel Registro sono riportati gli eventi predatori a partire dal 07/10/2014, data di entrata in vigore della Misura F.1.14 della Regione Toscana “Indennizzo alle aziende zootecniche a seguito di danno da predazione”, con cui è stato reintrodotto l’indennizzo agli allevatori per i danni conseguenti alle predazioni da canidi, e l’obbligatorietà, al fine della corresponsione dell’indennizzo, che il danno sia certificato da un veterinario ASL. Prima dell’istituzione del Registro non esisteva l’obbligo da parte del veterinario ASL di rilasciare il certificato di avvenuta predazione, per cui i dati raccolti prima del 07/10/2014 sono necessariamente incompleti e poco rappresentativi.
Il Registro non censisce le predazioni, ma le denunce di predazione, quindi è sicuramente una stima per difetto perché una parte degli allevatori non denuncia gli eventi predatori: a) per il timore dei successivi controlli da parte dell’ASL e delle Forze di Polizia (anche se a differenza di altre province, a Grosseto non sono segnalati focolai di malattie infettive, come la scrapie); b) perché non riesce a trovare le carcasse degli animali predati o perché trova solo pochi resti da cui non si può desumere se si sia trattato di predazione o di necrofagia (consumo di un animale morto per altre cause); c) per non affrontare le spese di smaltimento delle carcasse degli animali predati (questo aspetto è stato molto ridimensionato sia dalla reintroduzione della possibilità di essere completamente indennizzati per il danno subito dalla predazione, sia dalla possibilità, in provincia di Grosseto, di poter interrare le carcasse nei cimiteri aziendali, senza dover ricorrere allo smaltimento a pagamento).
L’istituzione del Registro degli eventi predatori è solo una delle azioni realizzate dal Dipartimento della Prevenzione dell’Azienda USL Toscana Sud Est nell’ambito del Progetto Regionale “Conservazione del lupo e prevenzione del randagismo e delle predazioni”. Il Progetto è operativo da aprile 2015, data in cui il Dipartimento ha acquisito un veterinario con competenze ed esperienze specifiche e l’ESTAR ha designato la ditta vincitrice del bando di gara per la cattura di cani vaganti. Sono state realizzate varie azioni concentrate in particolare sugli aspetti legati alla prevenzione del randagismo e vagantismo canino:
- catture di cani vaganti aggressivi e/o elusivi, in ambiente rurale e silvestre, ad integrazione del servizio già posto in essere dalle Amministrazioni comunali (al 30/09/2016 sono stati catturati 45 cani)
- promozione porta porta di una campagna di sterilizzazione gratuita dei cani detenuti in ambito rurale, in particolare di quelli utilizzati per la guardiania e la conduzione delle greggi, in collaborazione con l’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Grosseto (al 30/09/2016 sono state raccolte 215 adesioni e sterilizzati 98 cani)
- implementazione dell’anagrafe canina in ambito rurale, mediante un servizio gratuito presso aziende zootecniche e poderi, in collaborazione con l’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Grosseto (al 30/09/2016 sono stati anagrafati 565 cani)
- controllo della corretta anagrafatura dei cani in ambito rurale, in particolare di quelli utilizzati per l’attività venatoria, in collaborazione con la Polizia Provinciale di Grosseto (al 30/09/2016 sono stati controllati 918 cani)
- mappatura, controllo e messa in sicurezza delle fonti trofiche (discariche, discariche abusive, stabilimenti che producono alimenti, isole ecologiche) per escludere la possibilità di accesso da parte di cani vaganti o randagi
- sopralluoghi congiunti con il Coordinamento Provinciale di Grosseto del Corpo Forestale dello Stato nelle aziende che hanno subito predazione, per censire le modalità di gestione delle greggi e la presenza di strumenti di prevenzione (cani da guardiania, recinzioni, dissuasori, ecc.), obbligatori sia per Legge (DL 146/2001 “Attuazione della direttiva 98/58/CE relativa alla protezione degli animali negli allevamenti”) che per poter accedere agli indennizzi regionali in caso di predazione (al 30/09/2016 sono state controllate 59 aziende)
- un piano di comunicazione realizzato mediante incontri pubblici, trasmissioni televisive e pagine acquistate sui quotidiani, per promuovere a) una corretta gestione dei cani in ambiente rurale con particolare riferimento alla diffusione della cultura della “gestione responsabile” quale elemento essenziale per la lotta al randagismo e vagantismo canino; b) l’adozione dei cani ospitati nei canili, in alternativa all’acquisto di cani di razza; c) l’uso di strumenti di prevenzione dalle predazioni, in particolare di cani da guardiania negli allevamenti ovini a tutela delle greggi durante il pascolo.
Le azioni del Progetto Regionale, così come quelle dei vari Progetti Europei, hanno portato a un maggior controllo del territorio della provincia di Grosseto e a una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte degli allevatori. Ormai la maggioranza delle aziende zootecniche grossetane adotta uno o più strumenti di prevenzione e ha modificato la modalità di gestione delle greggi, questo ha portato a una drastica diminuzione delle predazioni, osservabile anche nel dimezzamento delle denunce di predazione annotate nel Registro degli eventi predatori nei primi nove mesi del 2016, rispetto allo stesso periodo del 2015, a parità di condizioni ambientali e sociali (numero costante di lupi e ibridi, indennizzi regionali ancora in vigore, assenza di focolai di malattie infettive, possibilità di interramento delle carcasse).
Nel 2015-16 il Dipartimento della Prevenzione ha concentrato lo svolgimento delle azioni del Progetto Regionale soprattutto in provincia di Grosseto, dove era più sentito il problema delle predazioni alle greggi e dove è presente la maggioranza dei capi ovicaprini della Regione Toscana. Nel 2017-18, con la proroga del Progetto recentemente approvata e finanziata dalla Regione Toscana, il “modello Grosseto”, con tutta la rete di collaborazioni istituzionali e di azioni operative messe in campo, verrà esportato nelle province di Siena e Arezzo.
Paolo Madrucci è direttore della Prevenzione dell’USL Toscana Sud Est
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