Vini maremmani diversi, ma uniti nella DOC?
La provincia di Grosseto è una delle più vaste d’Italia con circa 450.000 ettari di superfice. Di questa, circa il 2% è occupata da vigneto (9.000 ettari) che fa della provincia di Grosseto il terzo vigneto, per estensione, della Toscana, dopo quelli delle province di Siena e di Firenze. Per il resto, circa 200.000 ettari sono occupati da superficie forestale (quasi il 45% del totale) dei quali quasi 145.000 ettari di bosco e il resto di altre terre boscate². Ciò è essenziale per comprendere l’elevata biodiversità dell’ambiente vitivinicolo maremmano, dove la vite è inserita in un contesto ambientale armonioso senza un’eccessiva concentrazione come, invece, accade in altre realtà del Paese.
La vitivinicoltura della provincia di Grosseto è fortemente caratterizzata da produzioni destinate a vini di qualità che si fregiano dei marchi DOP e IGP. Per la precisione, può contare su 2 DOCG (Morellino di Scansano e Montecucco Sangiovese), 8 DOC (Ansonica Costa dell’Argentario, Bianco di Pitigliano, Capalbio, Maremma Toscana, Montecucco, Monteregio di Massa Marittima, Parrina e Sovana) e 2 IGT (Costa Toscana e Toscano o Toscana). Dal riconoscimento della DOC Maremma Toscana, avvenuto a ottobre 2011, il panorama produttivo provinciale ha subito però un grande cambiamento, provocato senz’altro dalla forza di attrazione di questa nuova Denominazione che, portando nel proprio nome il termine “Toscana”, ha agevolato la riconoscibilità e l’identificazione dei vini nei mercati nazionali e internazionali. Tanto che, nell’ultima vendemmia 2022, la quota di ettari di vigneto della provincia rivendicati a DOC Maremma Toscana ha raggiunto i 2.578 ettari, superando sia il totale degli ettari rivendicati ad IGT (2.441) che quelli utilizzati per produrre il totale delle restanti DOCG e DOC, pari a 2.131 ettari. Tra questi, resta stabile la superficie rivendicata alla DOCG Morellino di Scansano (1.300 ettari), l’unica della provincia ad avere un “Albo chiuso”, mentre sono in calo le superfici destinate al Bianco di Pitigliano DOC (235 ettari), al Sovana (189 ettari) e alle due DOP Montecucco e Montecucco Sangiovese (circa 315 ettari complessivi). Le altre Denominazioni fanno registrare superfici sempre più limitate, per arrivare ai 13 ettari rivendicati ad Ansonica Costa dell’Argentario DOC e ai soli 4 per la DOC Capalbio.
Dai dati esposti emerge una direzione chiara della filiera vitivinicola provinciale, che va verso un’unica DOC – Maremma Toscana – con numeri importanti e massa critica tale da confrontarsi sui mercati mondiali, e due DOCG – Montecucco e Morellino di Scansano – espressione del Sangiovese della Maremma. L’auspicio è quello di riuscire a caratterizzare meglio la DOC Maremma Toscana prevedendo alcune sottozone che vadano in qualche modo a inglobare le restanti DOC e a differenziare adeguatamente le produzioni in base alle provenienze geografiche e alle diverse condizioni pedoclimatiche che contraddistinguono una provincia vasta come quella di Grosseto.
Luca Pollini è Direttore Consorzio Tutela Vini Maremma Toscana
¹ Fonte: Artea, ART€A Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura, Schedario viticolo
² Fonte: Regione Toscana
³ Fonte: Artea, Dichiarazioni raccolta uva e produzione vino 2022/23
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